Triennale di Milano, Milano
La mostra si presenta al pubblico dall'atrio con una fotografia di Ugo Mulas che ritrae una l'Italia di Luciano Fabro come simbolo della comunità e uno scorcio de La città orizzontale, ribellione scultorea contro l'abuso degli angoli retti di Pietro Consagra in cui ci si immerge completamente superando la soglia.
Fu proprio Consagra a dire:
« La Città Frontale è possibile, può nascere oggi e dovrebbe già essere impiantata; non è una città del futuro. »
L'attenzione fugge veloce verso il video di Giuseppe Ragazzini che ripercorre la storia italiana, in un collage di immagini e voci che ci ricordano gli avvenimenti e i personaggi più significativi dal 1945 al 2000.
Si susseguono cinque stanze dove le tematiche trattate - le istituzioni culturali, l'editoria di settore, gli archivi, il cantiere, le scuole di architettura, il design, il rapporto con l'arte - vengono sviluppate in rapporto con la situazione italiana.
Nella prima sala per le istituzioni viene proiettato Grandchildren, il nuovo film di Luca Trevisani realizzato in occasione della mostra in cui emerge la memoria storica di tre istituzioni italiane: la Biennale di Venezia (1895), la Triennale di Monza (1923) poi trasferita a Milano (1933) e il MAXXI di Roma (2010), attraverso la visione personale e soggettiva dell'autore. Nella seconda sala, dedicata all'editoria di settore, ogni superficie ospita libri e riviste che rappresentano pietre miliari per l'architettura, il suo studio e la sua comprensione. Nella sala successiva, la terza, gli archivi sono interpretati attraverso muri di cassettiere, schedari, tubi, disegni tecnici, tavole. Dall'archivio al cantiere il passo è breve, lo spazio della quarta sala è scandito da sbarre verticali che richiamano le armature del cemento, e formano una fitta rete entro la quale si alternano nell'esposizione fotografie e brevetti. A seguire nella quinta sala ritroviamo insieme le scuole di architettura e i loro pensieri a sinistra e la rappresentazione del design italiano attraverso Una città di oggetti a destra. In quello che definirei, più che una sala, uno spazio di collegamento troviamo l'architettura come tema della pittura trattato attraverso l'esposizione di dipinti e disegni che ritraggono città, edifici, stili e proporzioni.
Tutta questa premessa sfocia in una grande sala scandita in vari spazi, il percorso però è confuso: a sinistra un esposizione di modelli architettonici prosegue fino a fondo sala, a destra la galleria Il disegno nell'architettura italiana che ospita, fra gli altri, uno splendido disegno di Mario Ridolfi per il Motel Agip, sopra alla quale è collocata la galleria Imparando dalla fotografia al termine della quale si ammira, come in un belvedere, la panoramica dei modelli sottostanti. Purtroppo però quelli più interessanti da vedere dall'alto sono troppo lontani.
Nonostante l'allestimento di quest'ultima parte non mi sia piaciuto, la riflessione a cui invita mi ha colpito moltissimo: la speculazione edilizia degli anni '50 le colate di cemento e lo sfruttamento del territorio; le comunitas delle buone intenzioni e Adriano Olivetti (figura simbolo della sua epoca su cui è stato realizzato dalla Rai uno splendido film-documentario nel 2013); l'infrastrutturazione del territorio e l'Autostrada del Sole; la politica dei grandi eventi e la realizzazione di opere nella maggior parte dei casi transitorie legate a manifestazioni sportive, esposizioni internazionali, giubilei e altre celebrazioni; gli interventi sull'esistente sono una conseguenza obbligata della sempre maggiore occupazione del suolo e rendono l'Italia patria del restauro e della conservazione; la modernizzazione infinita diventa una diretta conseguenza della fine dei fasti degli anni '80 e '90 e porterà l'architettura italiana verso la normalità.
L'ultima sala ospita Italy in a frame, promossa dalla Triennale di Milano e IULM-International University of Languages and Medi, si tratta di un censimento popolare del paesaggio antropizzato italiano realizzato mediante video di 1 minuto, ecco i 27 partecipanti selezionati ed esposti all'interno della mostra:
Martina Monzillo - Terra di Approdo
Emmanuele Delrio - Ruderi di Gibellina
Pablo Munoz Montaner - Stormo di Uccelli sui tetti di Milano
Gianni Bolongaro - Nascondere per dare bellezza
Claudia Petraroli - Italy in a Frame
Luigi Di Bella - Pantelleria
Alessandro Chianese - Il tempo dello spazio
Andrea Signoretto - Maso Aspen
Fabio Patrassi - Matera
Elena Dalia - L'architettura di un messaggio
Luca Lupi - Landscapes
Simone Barbagallo - Tangenziali
Giulia Giannola - Brief immersion into History
Giovanni Torraco - Epoche
Rocco Mortelliti - Autostrada A3
Lorenzo Fodarella - Senza nome
Antonio D'Agostino - Lamezia
Stefano Di Corato - Cambiamenti
Davide Andrea Arcoraci - Senza nome
Ottavio Amaro - Paesaggi in divenire
Pasquale Amendola - Promenade Post-Industriel
Stefano Santamato - Comunità Italia
Pietro Baroni - Piazza Loreto
Pasquale Amendola - Strati e striature
Felice Amoruso - Venti
Matteo Pasin - Porto Marghera
Giulio Luperi - Muro di Contrasto
La mostra è visitabile fino al 6 marzo 2016
mar - dom
dalle 10:30 alle 20:30
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